Come nasce un fumetto digitale.
Finalmente con l’autore emergente Michele The Sea si da il via fumetto online. Sarà stata una conseguenza della quarantena 2020 o la necessità di un mercato in crisi ma i nuovi talenti si aprono al digitale in modo indipendente. Difatti ho voluto confrontarmi con Michele su come nasce il fumettista e che prospettive future si riserva. Infondo sono le nuove generazioni del fumetto a rinnovare le opportunità dell’editoria.
Ti invito a leggere perchè i fumetti, SECONDO ME, hanno una nuova vita online.
Il suo primo fumetto è Urban Safari, che nasce completamente online sulla piattaforma Kindle, lo so che gli anta arricciano il naso, al contrario io credo che sia stata una mossa vincente. Amazon offre un ampia copertura e visibilità per iniziare, strumenti di vendita in una piattaforma sicura e garantita. Secondo me per Michele sarà solo l’inizio delle sue pubblicazioni e osservando il genere e lo stile del fumetto arriverà presto la traduzione in inglese! Tu Michele cosa ne pensi?
COSA RACCONTA URBAN SAFARI, IL FUMETTO ONLINE DI MICHE THE SEA?
Rusty è un cane morto dieci anni prima che, preoccupato per il suo padrone, torna dall’aldilà per aiutarlo in quanto è un sociopatico irascibile e incapace di rapportarsi con il prossimo. Lo porterà in giro per le buie strade del vecchio quartiere mostrandogli le persone senza quelle maschere che, per un motivo o un altro, sono costrette a indossare, e imponendogli di interagire con loro. Ne verrà fuori un safari urbano, una sorta di documentario naturalistico in cui si vedranno esseri dalle più strane fattezze e dai più bizzarri comportamenti che, più o meno spesso, si riveleranno tanto interessanti quanto pericolosi.
1 – Da dove arriva l’ispirazione di Urban Safari? Ha contenuti autobiografici?
È un progetto vecchio di almeno 10 anni ed è nato perché sentivo il bisogno di esprimere qualcosa che a parole non sono mai stato in grado di spiegare, tipo: perché quelle persone mi stanno sulle palle?
Urban safari, quindi, è completamente autobiografico, dai personaggi principali a quelli secondari, condito con un bel po’ di metafore, che trovo essere il modo migliore per spiegare un concetto.
Già da subito voleva essere una storia in stile “Divina Commedia”, dove i protagonisti visitano, nel corso del viaggio (o del safari), i vari personaggi dalle più disparate sembianze e abitudini, ma raccontate come in una canzone di Fabrizio De André. Almeno l’idea iniziale era questa.
2 – Chi sono i tuoi fumettisti di riferimento?
Apprezzo il lavoro di molti fumettisti, sia italiani che stranieri e dagli stili più diversi, e cerco di apprendere quello che mi serve da colui che più mi ispiara in quel momento. In questo periodo, ad esempio, sto seguendo abbastanza Mike Mignola, ma in passato ci son stati Roberto De Angelis, Guido Silvestri, Yukito Kishiro.
3 – In merito allo stile del fumetto: quali sono le tecniche preferite?
Ormai ho imparato a fare tutto in digitale, dalle matite al lettering, ma capita, di tanto in tanto, di prendere matita e carta e mettermi sotto ad un albero per buttar giù qualche schizzo, ma alla fine è più una scusa per passare qualche ora all’aria aperta.
4 – Sei ufficialmente nel mercato del fumetto digitale: come prevedi il futuro dell’editoria italiana?
Sono in questo mondo da neanche un mese e non ho per niente esperienza in questo campo, ma sembra che la direzione sia quella dell’ebook, anche se, per fortuna, ci sono ancora i feticisti della carta che tengono duro.
5 – Quali sono i tuoi progetti futuri di pubblicazione?
Sto progettando un nuovo fumetto. Cambierò lo stile di disegno sicuramente, ma cercherò sempre di raccontare attraverso metafore qualcosa che mi appartiene e cercando di mantenere quel velo di mistero che, secondo me, non guasta mai.
Mi chiamo Michele The Sea (Michele Dessì) e sono geograficamente figlio dell’hinterland cagliaritano e anagraficamente figlio del periodo dei primi cartoni animati giapponesi. Amo il disegno e lo pratico da che ho memoria. Passando dal realismo della paleo arte fino al caricaturismo dei fumetti sono alla continua ricerca di un modo per esprimermi senza che qualcuno mi interrompa.