Fumetto e Illustrazione: Chiara Giorgi

fumetto e illustrazione

Il fumetto che parte dalle illustrazioni.

L’intervista a Chiara Giorgi mi ha permesso di approfondire come le donne, soprattutto della nuova generazione, riescono a integrare il fumetto partendo dall’illustrazione. L’autrice è difatti consapevole delle possibilità che il web concede e che fin troppo stretto il ruolo da fumettista non considerando delle varianti lavorative. Scopriamo insieme cosa ne pensa in 7 domande.

1- Qual è stato il tuo percorso artistico?

1) Ho frequentato il Liceo Artistico, specializzandomi in Grafica Pubblicitaria. Durante il penultimo anno di studi ho avuto l’opportunità di frequentare un corso di disegno tenuto da un fumettista affermato e lì ho capito che dopo il liceo volevo che il disegno in generale diventasse il mio futuro lavoro. Inoltre ho capito che volevo fare la fumettista, perché sin dall’infanzia sono importanti per me le immagini che raccontano qualcosa. Sono cresciuta con Topolino e Tex, in seguito mi sono appassionata alle storie inquietanti di Dylan Dog e Julia, sviluppando un grande interesse anche per il graphic journalism, come quello di Joe Sacco. Dopo il diploma, infatti, mi sono iscritta alla Scuola Romana dei fumetti; attualmente ho ultimato i primi 3 anni e sto iniziando il biennio di specializzazione in digitale. Durante questi 3 anni di studi, ho inoltre partecipato a diversi Workshop di acquerello, sedute di Disegno dal vero, sia nei musei che a eventi artistici e disegnato per il pubblico allo stand della SRF, durante la manifestazione del Romics.

2- Ti consideri più una illustratrice o fumettista?

2) Attualmente mi considero più un’ illustratrice, perché è quello che faccio. Però durante quest’ultimo anno ho pubblicato ben due fumetti, e voglio proseguire con questo percorso. Uno è un riassunto di questi 3 anni di studi;una storia di poche tavole(La casa abbandonata – Ivvi Editore); mentre il secondo è l’opera prima del collettivo di artisti di cui faccio parte (Global Warning-Kalamaro Edizioni). Ed è questo che voglio fare insieme all’essere un’illustratrice, essere una fumettista.

3- Come realizzi i fumetti? Tecniche e strumenti.

3)Ho iniziato con i classici Rapidograph, pennarelli a punta fine che usavo al liceo. Poi ho sperimentato il pennino, il pennello e i tombow per quanto riguarda l’inchiostrazione. Per i colori ho avuto un percorso simile. Dapprima ho colorato quasi sempre i miei disegni con pennarelli, ma mi piace anche dipingere, per questo mi sono appassionata agli acquerelli e alle tempere, ma anche alla pittura a olio e acrilico. Attualmente sto lavorando tanto su procreate, per studiare il disegno e la pittura digitale. Per l’inchiostrazione la tecnica che prediligo, per quanto riguarda le mie illustrazioni colorate, è quella cosiddetta “a linea chiara”, in breve una linea nera che contorna le figure e i paesaggi. Però nelle tavole che non coloro mi piace sperimentare e mischiare le varie tecniche. Per esempio quelle su cui sto lavorando per Global Warning, le sto realizzando totalmente in digitale, con inchiostrazioni a linea chiara, sottolineando in alcuni punti le ombre nere con scala di grigi; mentre per il lavoro precedente ho unito anche la tecnica del tratteggio, insieme a quella delle ombre molto evidenziate, proprio perché il racconto era una storia inquietante e volevo renderla tale aiutando lo spettatore con il nero. Infine, per la storia colorata edita da Ivvi Editore ho anche li usato la tecnica della linea chiara. Per quanto riguarda il colore, prediligo l’acquerello, ma uso anche l’acrilico per le mie illustrazioni, decisamente meno l’olio; anche se adoro i dipinti a olio. Credo semplicemente che ognuno di noi debba sperimentare ogni tecnica e strumento e usarli il più possibile, ma poi ovviamente ognuno di noi ha i suoi preferiti con cui realizza le opere migliori.

Nel frattempo leggi altre interviste dedicate alle donne del fumetto e Illustrazione come Martina Rossi: leggi qui.

4- I pro e contro di essere donna nel settore.

4) Su questo punto c’è davvero tanto da dire. Innanzitutto vorrei esporre i pro, perché ci sono e sono importanti. In questo campo le donne sono sempre più presenti, scrivono le loro storie, le disegnano e vengono ascoltate. Le donne sono accettate e vengono criticate e/o esaltate come gli uomini per le loro opere. Ogni anno siamo sempre di più, nonostante ogni artista ha il proprio stile e i propri pensieri. Ho conosciuto tante artiste stupende, scrittrici, pittrici e fumettiste, con la quale ho avuto modo di scambiare idee e progetti. Oggi una o più donne possono creare qualcosa, anche totalmente da sole, se vogliono. E i progetti che espongono non sono meno o più qualificati di quelli degli uomini. Purtroppo però ci sono anche i contro. In primis il fatto che, nonostante stiamo aumentando di numero, nel settore comunque rimaniamo la minoranza. Un esempio lampante è la poca presenza d’insegnanti donne nelle accademie di fumetto. Poi spesso le donne, ancora tutt’oggi vengono pagate meno degli uomini; oppure (non è il mio caso) determinate famiglie invogliano le figlie femmine a non intraprendere questo percorso, per detta loro “per difficoltà e poca probabilità di viverci di questo lavoro”, cosa che si verifica molto di meno con i figli maschi. Infine succede che spesso nelle case editrici lavorino molto di più gli uomini. La positività in tutto questo, è che i tempi stanno cambiando, nonostante ci siano ancora persone maschiliste (ma anche razziste, omofobe, ecc…); ogni traguardo che ognuna di noi raggiunge è sempre più vicino all’eguaglianza in questo, ma anche negli altri ambiti lavorativi, familiari e sociali. E sono sicura che siamo sulla strada giusta, anche se comunque le difficoltà nel cacciare gli stereotipi ci sono e le abbiamo tutte. Me compresa.

5- Chi ha ispirato i tuoi lavori?

5)In realtà, paradossalmente, sono stata ispirata dai pittori più che dai fumettisti. In primis le due grandi figure di Vincent Van Gogh e Frida Khalo, un uomo e una donna che si sono distinti dalla massa, che non hanno voluto reprimere le loro diversità ma le hanno esaltate;insieme a loro adoro i pittori impressionisti, Gauguin, Monet, Manet. Ho scoperto inoltre da poco la figura di Camille Claudel, artista morta internata in un ospedale psichiatrico, importante, seppur in parte oscurata, figura del movimento artistico della seconda metà dell’800.Invece, per quanto riguarda il mondo del fumetto e dell’illustrazione, negli ultimi anni ho seguito i lavori più sociali di Zerocalcare, Joe Sacco e Mauro Biani. Ma seguo anche le figure femminili del panorama italiano, come Laura Zuccheri (Bonelli) e Flavia Biondi (Bao). E sono solo alcuni degli esempi di artiste e artisti da cui traggo ispirazione.

6- Cosa ne pensi della visibilità social nei fumetti?

6) Credo che al giorno d’oggi i social abbiamo cambiato totalmente la nostra concezione di “lavoro”. Se pensiamo che sono spuntati dal nulla impieghi come influencer, tiktoker o social media manager, che possono o non possono piacere. Allo stesso modo, nel bene e nel male, il fumetto deve adeguarsi ai tempi che viviamo. Proprio per questo ho cominciato già da un po’ a essere attiva sui social, in particolar modo Instagram, che in questo momento sta facendo il boom di utilizzi soprattutto tra i giovani. Inoltre ho capito che, per esempio, oggi attraverso i social possiamo confrontarci, dialogare, discutere, scambiare idee e pensieri, fare propaganda, raccolte fondi ecc… Con persone con le quali, probabilmente, 20 anni fa non avremmo mai potuto essere in contatto. Sui social artisti espongono le proprie opere,le persone omosessuali o bisessuali o qualsivoglia orientamento sessuale, possono appoggiarsi a vicenda e scambiare esperienze personali, le donne che hanno subito violenze trovano altre donne che hanno passato traumi simili, altre persone trovano lavoro…e così via. Sicuramente c’è anche una parte negativa nei social e in generale in internet, ma credo che sia sempre presente un po’ di male nel bene, e viceversa.

7- Il tuo progetto futuro.

7)Il mio progetto futuro in questo momento non è un solo progetto. Intanto voglio finire i miei due anni di specializzazione in digitale, poi per l’anno prossimo con la Kalamaro Edizioni abbiamo in programma l’uscita di un altro fumetto che vedrà i miei disegni su una storia di Marta Giorgi. Per quanto riguarda il futuro ancora più prossimo, vorrei riuscire a lavorare in una grande casa editrice come la Marvel o la Bonelli, o comunque in generale lavorare in questo campo. Che sia come inchiostratrice, illustratrice, colorista, storyboard artist o character design. Non mi interessa fare soldi, ma semplicemente vorrei vivere di questo lavoro e avere delle belle soddisfazioni personali.

ULTIME PUBBLICAZIONI:

Ivvi Editore

Global Warning

CHIARA GIORGI NASCE A ROMA IL 5 OTTOBRE DEL 1998. STUDIA GRAFICA AL LICEO ARTISTICO, SUCCESSIVAMENTE SI ISCRIVE ALLA SCUOLA ROMANA DEI FUMETTI, COMINCIANDO A COLLABORARE CON ALTRI ARTISTI E SCENEGGIATORI. IN PARTICOLARE, NEL 2020 ENTRA A FAR PARTE DEL COLLETTIVO KALAMARO, NATO ALL’INTERNO DELLA STESSA SCUOLA, DOVE COLLABORA ALLA REALIZZAZIONE DELL’OPERA PRIMA “GLOBAL WARNING”. ATTUALMENTE, LAVORA COME ILLUSTRATRICE PRESSO IL GRUPPO CONSILIARE DEL PARTITO DEMOCRATICO ALLA REGIONE LAZIO. TRA I SUOI FUMETTI PREFERITI VI SONO DYLAN DOG, JULIA E TEX, SEGUITI DA ALCUNI DEL FILONE DELLA GRAPHIC JOURNALISM COME PALESTINE DI JOE SACCO. IL SUO LIBRO PREFERITO È INVECE “IL MAGO DI OZ”. “LA CASA ABBANDONATA” È LA SUA OPERA PRIMA, DEDICATA ALLO SCRITTORE EDGAR ALLAN POE, EDITA IVVI EDITORE.

BIOGRAFIA

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