Nuova Editoria Organizzata presenta “Robin e il pettirosso”, opera scritta e disegnata da Arianna Melone.
Dopo varie scorribande come autrice unica per BeccoGiallo e come disegnatrice sia per progetti francesi che per Malombra, il fumetto scritto da Salvatore Vivenzio e da lei disegnato sempre per Nuova Editoria Organizzata, Arianna Melone torna con un libro fragile e delicato, una storia per bambini e adulti sulla capacità di prendersi cura degli altri e di sé stessi.
Robin è una bambina di sette anni dai capelli corti e rossi, insicura e incerta su cosa le possa riservare il futuro. Tornando a casa, un giorno, si trova coinvolta nel salvataggio di un pettirosso ferito ricevuto da una donna sui trampoli, così dovrà scortare questo uccellino fin sulla collina, dal veterinario che può curarlo.
Da qui inizia un cammino in due: Robin dovrà imparare a prendersi cura di qualcun altro, difenderlo dai predatori e rendersi conto che a volte, per ottenere qualcosa, bisogna rinunciare a qualcos’altro. Durante il viaggio le certezze di Robin verranno meno, emergeranno le insicurezze riguardo gli esiti della sua missione. Eppure, lei imparerà ad essere audace e a farsi coraggio non solo per sé stessa, capirà che prendersi cura di qualcuno è prendersi cura di sé e che curarsi del prossimo aiuta anche a lasciarsi alle spalle situazioni spiacevoli.
Un passaggio dall’età infantile alla consapevolezza dei più grandi, ma senza perdere l’ingenuità e la grazia di quando si è bambini.
Un racconto che pone l’attenzione sulla possibilità di volersi bene, di chiedere aiuto e lasciarsi sostenere dall’altro perché “insieme è più facile”, senza dimenticare che il contributo più essenziale viene da noi. Anche se occuparsi di qualcuno diventa forza trainante e motivo scatenante della crescita personale, Robin scoprirà allo stesso modo di non dover rispettare le aspettative altrui e di essere in grado di provare una vasta gamma di emozioni, tutte quelle che la rendono umana.
La storia si ispira alle fiabe classiche e alla formula del viaggio dell’eroe. A tratti onirica come “Alice nel paese delle meraviglie” e metaforica come “Peter Pan”. Le atmosfere dolci, malinconiche e a volte inquietanti, subiscono l’influenza di Miyazaki, in particolare de “La città incantata” e “Ponyo sulla scogliera”. Lo stile richiama quello dell’artista francese Amélie Fléchais, autrice di L’uomo Montagnana, con i colori tenui e la presenza della matita che strizzano l’occhio all’illustrazione per l’infanzia.